Parlare di soldi sembra rimanere un forte tabù, sia se sono troppi sia se sono pochi. Entra in campo il giudizio, i conti in tasca degli altri, a volte la vergogna. Noi non navighiamo nell'oro, anzi, dico liberamente che abbiamo passato momenti duri e difficili. Vi confido che siamo sempre con la cintura stretta, ma quanto più soffriamo quanto più sogniamo.
Non saprei dirvi esattamente se si tratta di voglia di riscatto, di immatura incoscienza, o semplicemente stanchezza di non potersi permettere molto, ma ci sono momenti in cui forziamo la mano e ci concediamo quello che ci sembra impossibile (ovviamente rimanendo nelle nostre reali possibilità, non potrei fare debiti per andare in vacanza).
Così ecco che siamo andati a Londra, non tutti però. Il risparmio è dato anche da questa scelta: c'è una bella differenza a muoversi in tre oppure in cinque.
E poi prenotare il volo con largo anticipo ci ha permesso di volare andata e ritorno con soli 200 euro totali.
Lo stesso dicasi per la scelta dell'albergo, che nel nostro caso ha comportato una spesa di circa 350 euro per 3 notti.
Sicuramente mi sono sentita di aver fatto un buon affare, ma non bastava. Eravamo a Londra, ma con un budget limitato e quindi abbiamo semplicemente ridotto al minimo le spese extra.
Ecco come abbiamo gestito le nostre finanze: semplicemente dando la priorità al fare, vedere, osservare piuttosto che all'avere, comprare, possedere.
E' stata dura, soprattutto con i bambini, perché il vero input, ormai ovunque intorno a noi, è quello di COMPRARE.
E ti ritrovi a pensare: ma vuoi andare a Londra e non portarti a casa questo o quello?
Questo approccio meno consumistico, dovuto prima di tutto ad una motivazione pragmatica e concreta e poco idealista, ci porta a cercare di privilegiare il vissuto, le esperienze di vita, i ricordi da conservare in un cassetto della memoria, le emozioni provate, il regalo di ciò che si è imparato e rimarrà sempre nostro, senza perderlo, romperlo.
Infine ci siamo concessi un pensierino a testa, qualche cartolina, una matita con il simbolo del bus londinese, un salvadanaio a forma della tipica cabina rossa, insomma oggetti di poco valore concreto, ma di grande valore simbolico. Il classico souvenir, che ho rivalutato, non tanto per l'oggetto in sé, ma per il significato che racchiudeva, i nostri tre giorni a Londra.
Un oggetto può andare perso, si può rompere, ma un ricordo o un'esperienza vissuta rimane sempre con noi, nessuno potrà mai portarcela via.
Voi amate spendere e spandere? Immaginereste un viaggio all'estero senza comprare tra i negozi del luogo?
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Non saprei dirvi esattamente se si tratta di voglia di riscatto, di immatura incoscienza, o semplicemente stanchezza di non potersi permettere molto, ma ci sono momenti in cui forziamo la mano e ci concediamo quello che ci sembra impossibile (ovviamente rimanendo nelle nostre reali possibilità, non potrei fare debiti per andare in vacanza).
Così ecco che siamo andati a Londra, non tutti però. Il risparmio è dato anche da questa scelta: c'è una bella differenza a muoversi in tre oppure in cinque.
E poi prenotare il volo con largo anticipo ci ha permesso di volare andata e ritorno con soli 200 euro totali.
Lo stesso dicasi per la scelta dell'albergo, che nel nostro caso ha comportato una spesa di circa 350 euro per 3 notti.
Sicuramente mi sono sentita di aver fatto un buon affare, ma non bastava. Eravamo a Londra, ma con un budget limitato e quindi abbiamo semplicemente ridotto al minimo le spese extra.
Ecco come abbiamo gestito le nostre finanze: semplicemente dando la priorità al fare, vedere, osservare piuttosto che all'avere, comprare, possedere.
E' stata dura, soprattutto con i bambini, perché il vero input, ormai ovunque intorno a noi, è quello di COMPRARE.
E ti ritrovi a pensare: ma vuoi andare a Londra e non portarti a casa questo o quello?
Questo approccio meno consumistico, dovuto prima di tutto ad una motivazione pragmatica e concreta e poco idealista, ci porta a cercare di privilegiare il vissuto, le esperienze di vita, i ricordi da conservare in un cassetto della memoria, le emozioni provate, il regalo di ciò che si è imparato e rimarrà sempre nostro, senza perderlo, romperlo.
Infine ci siamo concessi un pensierino a testa, qualche cartolina, una matita con il simbolo del bus londinese, un salvadanaio a forma della tipica cabina rossa, insomma oggetti di poco valore concreto, ma di grande valore simbolico. Il classico souvenir, che ho rivalutato, non tanto per l'oggetto in sé, ma per il significato che racchiudeva, i nostri tre giorni a Londra.
Un oggetto può andare perso, si può rompere, ma un ricordo o un'esperienza vissuta rimane sempre con noi, nessuno potrà mai portarcela via.
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