Leggevo cosa scrive Laura, dopo aver commentato un suo post su facebook, in cui chiedeva se continuare con il blog, dato la necessità urgente di monetizzare.
Voglio confidare a chi mi legge che io Laura la comprendo TOTALMENTE, oltre a stimarla oltremisura.
Non voglio che leggiate le parole che sto per scrivere con un tono lamentoso, dispiaciuto,
piuttosto vorrei che sia di consapevolezza, determinazione e collera,
quella che si alza di fronte alle ingiustizie.
La vita è ingiusta, o per lo meno così appare, nel senso che gli eventi positivi e negativi sono parte di questa nostra avventura, e ciò ci spaventa, ci fa anche stare molto male. Allora non dovrei chiamarla ingiusta, ma prevedibile.
Dipende, poi, da come ognuno di noi affronta gli eventi che si parano davanti, dandone un'accezione positiva o negativa.
Mi faccio schiacciare? Oppure reagisco e lo prendo come punto di partenza?
Comunque.
La riflessione che facevo era questa.
In questo momento non posso lavorare a tempo pieno, perchè ho un bambino piccolo, il terzo figlio, sono sola senza aiuti di nonni o altro, e portare avanti tutto da soli è quasi impossibile, ma neanche a tempo part-time, perchè non trovo lavoro. Oppure quello che trovo è di bassissima manovalanza pagato pochissimo (e nonostante tutto non mi tiro indietro) e non arrivo a fine mese, letteralmente.
Nel mio caso non ho nessun tipo di aiuto, non ho sconti di nessun tipo, eppure pago le tasse. Ecco, se non mi invento un lavoro, e ci provo pure, nessuno mi offre niente. Mi sembra di dare e basta.
Ma va bene, io non chiedo niente.
Eccetto lavorare, essere sostenuta come persona che ha deciso di fare figli, che paga le tasse e ha voglia di lavorare. Significa che non si tratta solo di cercare lavoro, trovarlo, ma anche fare in modo di continuare a mantenerlo quel lavoro. Perchè non sono in errore io che ho scelto di fare figli. Non è una colpa, nè dovrebbe essere motivo di ingiustizia.
Poi mi chiedono perchè sogno di essere fuori da questo paese per vecchi.
Ecco perchè negli ultimi tempi trovate qualche pubblicità che compare qui sul blog, provo a tirar su qualche euro. Onestamente. Senza rubare niente, nè chiedere niente a nessuno.
Chissà, quando rileggerò questo post tra qualche anno, in che situazione sarò e cosa penserò di me, di questo periodo e di questa povertà che aleggia su molte delle persone che conosco.
Chissà che opinione avrò del futuro che spetta ai miei figli.
Leggi anche di quando lavoravo ma quasi mi ammalavo e le mie riflessioni sul multitasking.
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